Cosa intendiamo per "buona postura"?Certamente non la posizione rigida del sergente militare - testa in su, spalle in dietro - ma piuttosto uno stato dinamico in cui il corpo è pronto ad essere utilizzato nel modo più efficiente, sia che siamo seduti, in piedi, o impegnati in una qualche attività. A F.M. Alexander, che inventò la tecnica, non piaceva la parola "postura": preferiva parlare di "uso di se" (buono o cattivo che fosse). Perché una buona postura è così importante?Una buona postura riduce le sollecitazioni cui vengono sottoposte le articolazioni e le ossa, rendendole meno soggette a disturbi quali l'artrite che possono insorgere in vecchiaia. Inoltre, aiuta a prevenire il mal di schiena. Ma agisce anche su altre parti del corpo. Tendiamo a dimenticare che tutti i nostri organi addominali pendono dalla fascia profonda collocata nel collo, la quale è attaccata alla colonna cervicale. Detta fascia è collegata con il pericardio e quindi con il tendine centrale del diaframma, dal quale pendono a loro volta lo stomaco, il fegato e l'intestino. Ne consegue che un cattivo portamento del collo e delle spalle può avere ripercussioni su tutti gli organi interni. "E' solo quando le vertebre dorsali e cervicali sono nella posizione di massima estensione che le viscere vengono sollevate al livello che permette il funzionamento ottimale."(Sweet, 1938). Una cattiva postura può anche avere effetti psicologici negativi. Certe volte, un adolescente incomincia a stare seduto in modo "collassato" quando sta passando un momento di particolare debolezza, dopo una malattia o durante un periodo di crescita accelerata, ma se la posizione errata diventa un'abitudine, può indurre un atteggiamento letargico e poco collaborativo. Allo stesso modo, se un impiegato si sente insicuro, talvolta adotta un contegno dimesso e remissivo; ma la postura stessa può farlo sentire ancora più insicuro, instaurando un cerchio vizioso. Eric de Peyer disse, "Se adottiamo abitualmente un atteggiamento depresso, siamo già diventati potenziali vittime della depressione." Quali sono le cause del cattivo portamento?Dovremmo forse sapere istintivamente come usare il nostro corpo, ma oggigiorno le cattive abitudini posturali sono molto diffuse, per due motivi principali. Il primo è che la civiltà moderna ci obbliga a vivere in un ambiente che è radicalmente diverso da quello per il quale si è sviluppato il nostro corpo nel corso degli ultimi cinque milioni di anni: il nostro scheletro non è adatto per una vita sedentaria, come quella che conduce ora la maggior parte di noi. La seconda ragione è che i nostri "istinti", ossia i comportamenti iscritti nel nostro DNA, devono sempre essere coadiuvati da modelli comportamentali che vengono acquisiti o imparati; ma impariamo bene solo se il nostro cervello riceve degli input corretti, mentre troppo spesso i nostri meccanismi sensori vengono attutiti dalle nostre abitudini (v. Cinestesia). Quanto è diffuso il "cattivo uso di se"?Negli anni '50, un medico inglese di nome Wilfrid Barlow studiò i difetti posturali di alcune persone "normali". Dapprima fece un'analisi dettagliata di un gruppo di 112 studentesse di educazione fisica e successivamente svolse una ricerca analoga su 126 studenti di una scuola di arte drammatica, di cui 45 maschi e 81 femmine. Barlow definì la postura come segue: "La disponibilità e la capacità di una persona di mettere in relazione le diverse parti del corpo in modo da assicurare, ora e per il futuro, la massima efficienza nella funzione comportamentale e nel funzionamento fisiologico." Barlow identificò i seguenti difetti:
Laddove fu osservato un difetto, Barlow attribuì 1, 2 o 3 punti, secondo la gravità. Il punteggio totale di ciascuno studente determinò la sua posizione nella classifica finale, che indicava la correttezza o meno della postura dei soggetti esaminati. I risultati dello studio indicarono che più del 75 per cento degli individui sani presentano difetti di portamento, che variano da moderati a severi. Come è stato dimostrato che la Tecnica Alexander migliora la postura?Il dottor Wilfrid Barlow studiò anche gli effetti prodotti dalla Tecnica Alexander. Nel 1956, lavorò con un gruppo di 50 studenti iscritti al Royal College of Music di Londra. Prima di tutto, li fotografò frontalmente, lateralmente e posteriormente, in piedi davanti ad una griglia che gli fornì un quadro di riferimento obiettivo per l'analisi della loro postura. Gli studenti vennero poi suddivisi in due gruppi: un gruppo ricevette lezioni di Tecnica Alexander, mentre l'altro imparò ad eseguire una ginnastica posturale di tipo più tradizionale. Dopo un certo tempo, Barlow li fotografò di nuovo. Nel gruppo Alexander, sia i maschi che le femmine mostrarono una riduzione notevole del numero di difetti posturali dopo le lezioni di TA, mentre nell'altro gruppo non ci furono cambiamenti significativi. (Fra l'altro, si rilevò che tutti meno uno del gruppo Alexander erano cresciuti in altezza, fino ad un massimo di 4 cm.) Nel 1965, un'ulteriore ricerca fu svolta da Frank Pierce Jones della Tufts University, U.S.A. Concluse che "la Tecnica Alexander può avere un profondo effetto sulle abitudini posturali". (Method for Changing Stereotyped Response Patterns by the Inhibition of Certain Postural Sets, Frank Pierce Jones, Institute for Psychological Research, Tufts University, pubblicato in Alexander Technique Psychological Review, 72, (3):196-214, 1965.) |
|||||||||||
|
|||||||||||